Decorare
home office
Leggendo il post che Ecce Home ha dedicato all'home office mi sono resa conto che la mia workstation al momento è un orrore.
O.r.r.o.r.e.
Ovviamente ora come ora non ho tempo di metterci mano e quindi dovrò continuare a sopravvivere in mezzo a cavi di varia natura, fogli, riviste, matite sparse, varie ed eventuali, ma giurissimo che prima o poi mi procurerò queste amenità e sarò una freelance perfetta.
Più o meno ;)
Utilities per l'Home Office
Leggendo il post che Ecce Home ha dedicato all'home office mi sono resa conto che la mia workstation al momento è un orrore.
O.r.r.o.r.e.
Ovviamente ora come ora non ho tempo di metterci mano e quindi dovrò continuare a sopravvivere in mezzo a cavi di varia natura, fogli, riviste, matite sparse, varie ed eventuali, ma giurissimo che prima o poi mi procurerò queste amenità e sarò una freelance perfetta.
Più o meno ;)
Immagini via Pinterest
Collaborazioni
Il selfie dovrà essere colorato e originale, quindi non
ponete limiti alle vostre capacità artistiche ed esprimete liberamente la
vostra creatività e la vostra personalità!
MaxMeyer meets Pantone: #justcolouryourselfie
Vi ricordate il post sul Marsala e sui suoi abbinamenti di
qualche tempo fa? Ecco, oggi torno volentieri a parlarvi della collaborazione
tra Pantone e MaxMeyer perché in occasione della Design Week milanese ho avuto
il piacere di partecipare all’evento di presentazione del contest
#justcolouryourselfie.
Si tratta di un concorso fotografico su Instagram e partecipare è veramente semplice:
- scattatevi un selfie e postatelo sulla vostra bacheca Instagram con l’hashtag #justcolouryourselfie
- collegatevi al sito collectionpantone.maxmeyer.it e registratevi tramite la funzione Instagram Connect completando l’apposito form online.
Il premio in palio è di quelli che fanno gola a tutti gli
appassionati di design: un week-end per due persone al Pantone Hotel
di Bruxelles! Non male no?
Il contest è valido dal 14 aprile al 14 settembre 2015, quindi
mani agli smartphone e iniziate subito a scattarvi splendidi selfie perché io
non so se vi rendete conto che potreste svegliarvi la mattina tra queste
amenità:
Fuorisalone 2015
Come ogni anno, aprile arriva e porta con sé la settimana di
“Natale + 4 mesi”, universalmente conosciuta come settimana del Salone del Mobile.
Non mi stancherò mai di dirvi quanto la amo, e soprattutto
per noi che facciamo i designer di mestiere è davvero una festa.
Quest’anno non sono andata in fiera, quindi tecnicamente il
salone non l’ho visto, ma in compenso ho distrutto piedi e fegato andando in
giro per i vari eventi cittadini a rifarmi gli occhi e a lasciarmi ispirare. Ma se
dovessi dare un giudizio complessivo sarebbe meh. Non ho visto grossi guizzi di
creatività rispetto all'anno scorso, e anzi ho notato un fin troppo visibile
fine commerciale in molte delle cose esposte. Il trend è più o meno rimasto lo stesso degli ultimi anni, ovvero la sempre maggiore attenzione all’ecosostenibilità dei materiali e dei processi produttivi, e mi sembra che in questo senso l’innovazione
tecnologica stia un po’ superando quella formale. In soldoni: non ho quasi
visto niente di nuovo, soprattutto sul fronte del complemento d’arredo. Le due
cose che mi sono piaciute di più sono state la mostra di Domus ai Bastioni di Porta
Nuova e l’esposizione dei lavori del celeberrimo studio Nendo, capeggiato dal
mio adorato Oki Sato.
“Youthful Stories – Storie di Ventenni” è la mostra che
Domus dedica ai lavori giovanili di dieci designer iconici (Alessandro Mendini,
Jasper Morrison, Alberto Meda, Paolo Rizzatto, Mario Bellini, Michele de Lucchi,
Antonio Citterio, Humberto e Fernando Campana, Ronan ed Erwan Bouroullec e Konstantin
Grcic) per mostrarci il loro percorso creativo e ciò che ha contribuito alla
formazione della loro personalità come progettisti. Vale la pena farci un salto
anche solo per i video in cui questi personaggi raccontano i loro punti di
vista sul design, quindi visto che la mostra è visitabile fino al 30 aprile
consiglio a chi è a Milano di andarci.
Nendo works 2014-2015 è stata la cosa più interessante che
ho visto dal punto di vista del design. E questo soprattutto per un motivo: sia
gli arredi che gli accessori erano di una semplicità e di una bellezza
disarmante, la forma rivelava la funzione, l’idea era visibile. A dimostrazione
del fatto che Mies buonanima aveva ragione: less is more funziona sempre.
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