Piccoli blog crescono: premio Liebster Award!
Curare un blog non è un'impresa facilissima, soprattutto se si vuole proporre contenuti di qualità, perché è necessario investire tempo ed energie nella ricerca degli argomenti e nella redazione dei post. Ma il piacere che deriva dalla condivisione di una grande passione ripaga moltissimo gli sforzi necessari, e quando qualcuno dei lettori esprime apprezzamento per quello che fai, come dire, godi un casino. Quindi vi annuncio con grande piacere che A Fab Home, che ringrazio davvero di cuore, mi ha assegnato il premio Liebster Award!
Il Liebster Blog Award è un premio virtuale istituito per dare visibilità e riconoscimento ai blog meritevoli, ed è una sorta di testimone che passa di blogger in blogger. Le regole sono facilissime, una volta nominati bisogna:
- ringraziare e linkare il blog/blogger che ci ha nominati
- rispondere alle 10 domande poste dal blogger
- nominare altri 10 blog con meno di 200 follower per spargere la voce (io penso di averne scelto qualcuno che sfora, ma tant'è, mi piacciono!)
- stilare 10 domande da porre ai blog nominati
- andare sui singoli blog per comunicare la nomina.
Il blog che mi ha nominata, come dicevo prima, è A Fab Home (grazie ancora!).
Le risposte alle domande:
D: A quale oggetto o arredo della tua casa sei particolarmente affezionata/o?
R: Un vaso in ceramica di un blu bellissimo, che è sempre stato in casa mia. Mia madre ci teneva le perline, e a me sembrava un forziere pieno di cose preziose e luccicanti ogni volta che lo aprivo.
D: L'oggetto che avresti voluto inventare?
R: La lampada Eclisse di Vico Magistretti, la adoro!
D: Quale materiale ti rappresenta di più: legno, carta, metallo, tessuto, …?
R: Tessuto. E' un materiale adattabile, duttile, che può essere reinventato, e direi che fa al caso mio.
D: Il tuo colore preferito?
R: Viola, in questa tonalità
D: Casa in città, campagna, mare o montagna?
R: Città!
D: Come esprimi la tua creatività?
R: Essendo una interior designer in realtà è nel lavoro che esprimo la mia creatività, che è sempre un mix di ispirazione e tecnica. In ambiti non lavorativi per quanto mi riguarda gli abiti sono un buon mezzo di espressione, soprattutto le scarpe, tanto che sto meditando di darmi anche allo shoe design. Stay tuned!
D: Com'è nato il nome del tuo blog?
R: Dalla semplice riflessione che le case sono microcosmi che si modellano intorno a chi le vive, in cui ogni stanza è uno scenario diverso. Rooms, appunto!
D: Tra gli strumenti del tuo lavoro/hobby cosa porteresti assolutamente con te su un'isola deserta?
R: Carta e penna.
D: Le tue idee le appunti su carta, a mente o usi qualche app/tool particolare?
R: Su carta, e poi al computer nel caso dovessi perdermi i fogli (ma non app, solo programmi di scrittura!).
D: Qual è il tuo stile preferito tra: shabby chic, nordico, etnico, classico, moderno, industriale, ...?
R: Mix tra nordico e industriale!
E ora le mie 10 nomination, tra blog di interior e non, in ordine sparso:
- Hugs and Violence
- Nook Twelve
- Ecce Home
- Way Home
- Joe Toastino
- Una casa su misura... per Loro!
- Moustaches
- Il gomitolo di Lodi
- La casa Rosso Papavero
- Isabò
Infine, le 10 domande:
- Perché hai aperto un blog?
- Qual è il tuo colore preferito?
- Se fossi un oggetto d'arredo, quale saresti?
- Come ti piace spendere il tuo tempo libero?
- Un libro, una canzone, un film.
- Cosa non deve mai mancare nella tua dispensa?
- Non smetteresti mai di...
- Qual è il tuo sogno nel cassetto?
- E la tua passione più grande?
- Che oggetto avresti voluto inventare?
Arredare
Neverending Glory
Si chiama così la linea di lampadari di Lasvit, che rivisita i vecchi chandelier in chiave contemporanea. A me ricordano anche i lampadari a sospensione etnici, ma è indubbio, nonostante non abbiano decorazioni e siano fatti di solo vetro, che la sensazione che danno è di essere preziosità e maestosità. Li hanno disegnati i designer Jan Plechac & Henry Wielgus, ispirandosi alle silhouettes degli chandeliers presenti in cinque dei più importanti teatri e concert halls del mondo: la Scala di Milano, Palais Garnier a Parigi, il teatro Bolshoi di Mosca, il Teatro degli Stati di Praga e la Metropolitan Opera di New York. E a proposito di NYC, questi lampadari compaiono in un interno che vi avevo mostrato qualche mese fa, e precisamente in questo. Fanno decisamente la loro figura, non trovate?
Bolshoi
Teatro alla Scala
Metropolitan Opera
Palais Garnier
Teatro degli Stati
Info e immagini trovate su Design Milk.
271 anni prima di Pantone: la guida al colore di A. Boogert
Ho letto questo articolo su Il Post stamattina e l'ho trovato sorprendente: Erik Kwakkel, studioso di libri medievali, ha scovato un testo sui colori nella Bibliothèque Méjanes di Aix-en-Provence, in Francia. Il libro si intitola Traitè des couleurs servant à la peinture à l'eau ("Trattato dei colori usati per la pittura all'acqua"), e fu scritto dall'olandese A. Boogert nel 1692, ben 271 anni prima della Color Guide di Pantone (pubblicata per la prima volta nel 1963). Il testo consiste in 800 pagine tra scritti, tavole illustrative di moltissime sfumature di colore e procedure per realizzarle. Una vera e propria guida al colore ante litteram! Penso che farà piacere a tutti gli appassionati di colore poter "sfogliare" il testo integrale a questo link, io qui vi posto alcune immagini prese dal sito This is Colossal.
Arredare
L'oggetto del desiderio di oggi: Colibrì Chair
La lettura delle millemila newsletter che campeggiano nella mia casella di posta oggi è stata fruttuosa: questo progetto ha subito catturato la mia attenzione per la sua semplicità ed eleganza. Sto parlando della Colibrì Chair che il designer svedese Markus Johansson ha progettato per Hansk. Si tratta di una rivisitazione contemporanea delle classiche sedie con schienale in legno, ed è totalmente personalizzabile sia nelle finiture che nella tipologia di seduta e braccioli. Io conoscevo Johansson per altri due suoi lavori, le sedie Nest e Zig Zag, che compaiono spesso sulle riviste di settore, e l'ho sempre trovato un raffinato interprete di quel gusto nordico che va molto di moda oggi. Trovo infatti che i suoi oggetti abbiano personalità e diano un senso di calore domestico pur restando essenziali nel disegno, che non è una combinazione facile da raggiungere.
La newsletter incriminata è quella di Design Milk, che rimane uno dei miei pusher preferiti di design contemporaneo.
Collaborazioni
L'innovazione e il Comfort: Vismara Vetro
Il Salone del Mobile è terminato ormai da quasi un mese, e si cominciano a tirare le somme sui nuovi trend e sulle novità che caratterizzeranno i mesi a venire. I numeri di Aprile e Maggio delle riviste di arredamento sono quelli più attesi per scoprire quali sono i progetti più innovativi, ma sui portali web si può trovare già molto di quello che si è visto alla design week più importante dell’anno. E non solo: una delle cose più interessanti, per chi come me fa l’interior designer e anche per chi è appassionato del settore, sono le video interviste. Ascoltare direttamente i punti di vista e le opinioni di progettisti o titolari/referenti delle aziende, ci permette infatti di capire in che direzione si stia muovendo l’interesse generale nei confronti del design. Visto che ormai sapete quanto mi sia caro il tema del Made in Italy, vi segnalo una iniziativa del portale arredamento.it che ha realizzato una serie di video interviste ai portavoce di molte importanti aziende del panorama italiano. Potete trovarle visitando la nuova sezione i protagonisti del design, e vi consiglio di dare un’occhiata perché nei loro “racconti” c’è un pezzo della tradizione artigianale del nostro Paese, che va sempre nella direzione dell’innovazione. Ed è proprio per il tema dell’innovazione che vorrei segnalarvi in particolare la video intervista ad Elia Vismara, A.D. di Vismara Vetro, azienda storica (esiste dal 1947) leader nella produzione di cabine doccia. Per quest’azienda il design, la tecnologia e la funzionalità si esprimono con la semplicità di materiali come vetro e alluminio, dando al progetto finale un carattere deciso, raffinato e soprattutto personalizzato (le combinazioni a listino sono moltissime). Nell’intervista si parla di due progetti in particolare: la doccia Twin “MINI”, adatta ai piccoli spazi, che grazie ad un vano estraibile e strutturalmente legato alla parte fissa della cabina sfrutta lo spazio del bagno normalmente inutilizzato; e una tecnologia ancora in fase di perfezionamento che consente ai pannelli in vetro della cabina doccia di scorrere su un cuscinetto magnetico invece che sui soliti binari, col risultato di non avere attrito, usura e senza necessità di manutenzione. La ricerca dell’innovazione va quindi nel senso della qualità del progetto e del prodotto finale, ma è anche attenzione nei confronti dei nuovi stili di vita per garantire la soddisfazione delle esigenze e delle richieste del cliente.
Tutto questo in un’unica azienda, non male no?!
Tutto questo in un’unica azienda, non male no?!
Arredare
Il legno al naturale è in contrasto con il mobile in metallo dorato. Da notare l'assenza del battiscopa, che accentua ancora di più il contrasto shabby/sofisticato.
La cucina è un insieme di pezzi su misura (il bancone è un parallelepipedo rivestito con piastrelline di marmo) e pezzi di design storico (gli sgabelli sono di Charlotte Perriand). Si vede pochissimo, ma nell'angolo in basso a destra dell'immagine si nota la presenza del parquet, che convive felicemente con le marmette. Bella la composizione delle luci sul piano cottura, idea semplice da realizzare ma dal grande impatto visivo. La parete di fondo è tinteggiata con un verde scuro che la fa sembrare bidimensionale, come una quinta scenica.
Bianco assoluto delle pareti e colore scuro degli arredi. Le due sedute, una dal sapore nordico e l'altra di gusto déco, sono separate dal paravento Brick di Eileen Gray.
Particolare del divano. Le luci sono in metallo verniciato di bianco, e si amalgamano alle pareti.
Sala da pranzo. Tavolo e sedie sono in metallo, vetro e pelle, esattamente l'opposto del divano di prima. Il passaggio verso l'altra stanza è sottolineato da una tinta blu acceso, che sembra quasi una indicazione.
I ceppi di legno sono accatastati in modo casuale al camino d'epoca, ma i tocchi di colore li rendono quasi una installazione.
Il mobile vintage è accostato ad una parete tinteggiata di nero. Anche qui, come in cucina, il muro diventa come un foglio bidimensionale contro cui gli oggetti assumono tridimensionalità. La bidimensionalità è accentuata dal motivo grafico dei triangoli blu in alto a destra.
Dettaglio del pavimento della cucina (se ne volete sapere di più potete leggere un mio post precedente su marmette e cementine).
Questo progetto mi ha colpito particolarmente per la straordinaria capacità del proprietario di mischiare stili così diversi ottenendo un risultato così omogeneo, in cui ogni pezzo è valorizzato nella sua unicità.
Mix&Match Parigino
L’emergenza layout del blog per fortuna è rientrata. Ho dovuto “smanettare” per qualche giorno perché
non ne so molto di linguaggi di programmazione, e una volta capito che non
posso produrre sul web quello che ho in testa con le mie sole forze (sigh!) ho
optato per un template facile da installare e all’occorrenza da modificare.
Carino vero?
Ma tornando alle cose che ci interessano, mi sono accorta
che tra Saloni e Fuorisaloni e Congiunzioni Cosmiche non pubblico un interno
da un sacco di tempo. Quindi rimedio subito!
L’appartamento di oggi si trova a Parigi, ed è stato
completamente rinnovato dal suo eclettico proprietario, il visual director
Jean-Christophe Aumas. Ed “eclettico” è il termine più corretto per descrivere
questa abitazione, nella quale Aumas ha saputo mescolare sapientemente pezzi di
design dalle linee pulite e dettagli déco, legno e metallo, colori profondi e
bianco assoluto. Il risultato è un insieme di eleganti contrasti, in cui spicca
l’uso della finitura oro, che nonostante sia considerata invasiva io amo molto perché
fa subito Grande Gatsby (che non ho
visto – mea culpa – ma ‘nzomma ho letto il libro e l’atmosfera, nella sua
decadenza, mi sembrava dorata).Il legno al naturale è in contrasto con il mobile in metallo dorato. Da notare l'assenza del battiscopa, che accentua ancora di più il contrasto shabby/sofisticato.
La cucina è un insieme di pezzi su misura (il bancone è un parallelepipedo rivestito con piastrelline di marmo) e pezzi di design storico (gli sgabelli sono di Charlotte Perriand). Si vede pochissimo, ma nell'angolo in basso a destra dell'immagine si nota la presenza del parquet, che convive felicemente con le marmette. Bella la composizione delle luci sul piano cottura, idea semplice da realizzare ma dal grande impatto visivo. La parete di fondo è tinteggiata con un verde scuro che la fa sembrare bidimensionale, come una quinta scenica.
Bianco assoluto delle pareti e colore scuro degli arredi. Le due sedute, una dal sapore nordico e l'altra di gusto déco, sono separate dal paravento Brick di Eileen Gray.
Particolare del divano. Le luci sono in metallo verniciato di bianco, e si amalgamano alle pareti.
Sala da pranzo. Tavolo e sedie sono in metallo, vetro e pelle, esattamente l'opposto del divano di prima. Il passaggio verso l'altra stanza è sottolineato da una tinta blu acceso, che sembra quasi una indicazione.
I ceppi di legno sono accatastati in modo casuale al camino d'epoca, ma i tocchi di colore li rendono quasi una installazione.
Il mobile vintage è accostato ad una parete tinteggiata di nero. Anche qui, come in cucina, il muro diventa come un foglio bidimensionale contro cui gli oggetti assumono tridimensionalità. La bidimensionalità è accentuata dal motivo grafico dei triangoli blu in alto a destra.
Dettaglio del pavimento della cucina (se ne volete sapere di più potete leggere un mio post precedente su marmette e cementine).
Questo progetto mi ha colpito particolarmente per la straordinaria capacità del proprietario di mischiare stili così diversi ottenendo un risultato così omogeneo, in cui ogni pezzo è valorizzato nella sua unicità.
Se volete saperne di più potete leggerne tutti su Dwell, da
cui ho preso le immagini.
Le foto sono di Christian Schaulin.
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